Perchè ho scelto di portarvi in FVG?
Come già saprai, la mia passione per le esplorazioni è sempre forte e quando ho degli amici local che mi parlano delle loro avventure sono subito lì tutto orecchie a prendere appunti.

Quest’estate ho fatto una settimana in Friuli e oltre a lavorare a questa nuova App e testare alcune action Cam, mi è passato a salutare Riccardo un ragazzo che vive a Lignano Sabbiadoro (con cui da tempo sono in contatto per scambiare consigli e aggiornamenti)

Subito dopo l’aperitivo alla mia domanda “Cosa mi consigli di fare nei dintorni in giornata?” mi ha guardato con gli occhi lucidi e mi ha detto “tu prepara la bici perchè c’è un posto che devi vedere assolutamente!” Di colpo ha tirato fuori il suo telefono e con aria soddisfatta mi ha mostrato alcuni video del tour che aveva provato e io sono rimasto a bocca aperta perchè non mi aspettavo nulla del genere!
Mi chiedevo perché nessuno me ne avesse parlato; così dopo settimane di ricerca e ulteriori domande, ho finalmente capito come fare e ho anche proposto l’itinerario alcuni di voi e degli amici a partire insieme ed è stato magnifico!!
La Ciclovia Alpe Adria
Come ti anticipavo, la Ciclovia Alpe Adria è una delle più belle piste ciclabili d’Europa e del Mondo.

Sottolineo che di solito quando si dice così si tende ad esagerare, ma posso confermare (nella tratta che abbiamo provato da Tarvisio a Gemona) che oltre ad essere adatta a tutti, ben segnalata, molto varia e facile nel suo percorso, e per la maggior parte in discesa, offre delle grandi sorprese ed è il posto perfetto dove portare gli appassionati di cicloturismo o chi ama le attività outdoor come me.
Per raggiungere questo risultato tre regioni che si sono unite nell’intento di creare un percorso transfrontaliero di mobilità sostenibile per collegare la rete ciclabile centro europea e il mare Adriatico: Friuli Venezia Giulia, Salisburgo e Carinzia.
Il percorso totale è così composto:
- lunghezza 415 km
- dislivello in salita 5410 mt
- dislivello in discesa 5804 m

Parte da Salisburgo in Austria e arriva fino a Grado, per un totale di 425 chilometri. Non spaventarti per questo numero non la faremo tutta, ma solo 70km! (Ci vorrebbe una settimana altrimenti).
Con i suoi 5410 metri di dislivello positivo, la ciclovia che unisce il salisburghese e il Mar Adriatico è una rotta consigliata a tutti i cicloturisti
Traccia Completa download: https://drive.google.com/file/d/1kSjPLlF2QNPGYlw5LWinEglXVyTcy38y/view?usp=drive_link

Magari la prossima volta tenterò l’impresa completa , o la proveremo insieme, ma per il momento ho deciso di partire soft con questi 70km di puro divertimento!
E’ un percorso spettacolare e divertente perchè oltre a pedalare, passare per piccoli borghi, attraversare ponti sospesi e gallerie scavate nella roccia, vedrai anche delle cascate che si snodano in parte sul tracciato della vecchia linea ferroviaria dismessa “Pontebbana” e potrai scendere avvicinandoti fino a toccarle.
Se mi avessero detto tutto questo l’avrei già provata e riprovata diverse volte come è successo con la Strada del Ponale (TN) che ormai sento di aver fatto mia nella sua totalità!
📍Tappa 1: Da dove partire e come muoversi
Per fare la Ciclovia Alpe Adria da Tarvisio a Venzone o Gemona il consiglio è proprio quello di recarsi nella cittadina montana di Gemona e dirigersi a Tarvisio con il treno Mi.Co.Tra(clicca la sigla per il link) che effettua anche il trasporto bici.

Si ma dove le noleggio?
Potrai noleggiarla da Fun & Bike, come ho deciso di fare io, (si trova in Via Piovega, 59 Gemona del Friuli), oppure da “Delle Case Sport” o se sei già attrezzato, potrai anche portarla da casa.
Non c’è bisogno di avere l’E-bike, ma se vorrete fare il minimo sforzo possibile, spendendo qualcosa di più è possibile averla.
Abbiamo conosciuto di persona il proprietario Paolo che ci ha preparato tutto il materiale il giorno prima con una chiamata:
- Bici muscolare (MTB o CityBike) 25 euro al giorno
- E-MTBike/E-bike 50 euro al giorno (con 5 modalità di andatura)
In dotazione avrete anche lucchetto e camera d’aria di scorta.

📍Tappa 2: Prendiamo il treno per Tarvisio
Dal noleggio Fun & Bike a Gemona si è proprio a 400 metri dalla stazione dei treni dove andremo a fare il biglietto di andata.
Infatti per raggiungere Tarvisio Boscoverde in treno alle casse automatiche c’è la possibilità di pagare 5 euro il biglietto, + 3 euro le bici) oppure avere uno sconto se venite nel weekend con le promo dedicate che permettono di risparmiare circa 2 euro.

Prendere da qui il treno è un’ottima idea perché avrete la quasi totalità dell’itinerario in piano o con salite minime e lunghe discese.
Se invece farete l’itinerario inverso al contrario dovrete per forza avere le ebike o un buon allenamento per tutte le salite che vi portano a Tarvisio e ve lo sconsiglio.

Per consultare gli orari dei treni vi basterà andare sul sito di Trenitalia oppure scaricare l’allegato nel sito di Mi.Co.Tra (nel weekend ci sono più possibilità e soprattutto la domenica) .
Consiglio se vi dovesse capitare di venirci in settimana (nei prossimi mesi) di noleggiare la bici elettrica qui o a Venzone e farla al contrario pedalando verso Tarvisio.

Il treno purtroppo non è lunghissimo ci sono meno di 10 carrozze, ma sufficienti per ospitare anche le bici. Durante il tragitto in treno potrete scorgere panorami mozzafiato sulle montagne passando in prossimità del torrente che ha un’acqua cristallina.
📍Tappa 3: Arrivo a Tarvisio
Giunti alla stazione di Tarvisio Boscoverde, da qui ha inizio il viaggio.
La polizia locale ci ricorda che non si può pedalare in stazione e quindi scendiamo con le bici e il freno posteriore schiacciato per uscire dalle scale della stazione.
Raggiungere il punto di partenza della ciclabile è abbastanza semplice in quanto il percorso è stato appositamente sviluppato e pensato per i turisti con grandi indicazioni, ma ti darò comunque qualche dritta
Da qui infatti a circa 50 metri dalla stazione dei treni troviamo un cartello con le indicazioni e seguiamo in direzione Venzone.

In poche pedalate si arriva centro del paese dove ha inizio la pista ciclabile che ci accoglie con la chiesa dei Santi Pietro e Paolo dove c’è questa bellissima panchina intagliata in legno.
Il sole doveva ancora arrivare ma già essere qui è tanta roba perchè siamo a pochi chilometri dal confine con l’Austria.
Colazione e Merenda in pasticceria
Per godersi queste esplorazioni serve il sorriso e il modo migliore che conosco per essere tranquillo tutto il giorno è di fare una bella colazione. Se come noi arrivato qui ti sei già fatto 2 o 3 ore tra auto e treno avrai sicuramente appetito o starai pensando a qualche spuntino o un caffè per ricaricaricarti.

Quindi su consiglio di alcuni local e Paolo (il gestore del noleggio delle biciclette di Gemona), facendo una piccola deviazione dal percorso ci siamo fermati al “Panificio Pasticceria Alsido” in Via Alpi Giulie.
Ne è valsa sicuramente la pena perchè oltre alla pasticceria puoi trovare anche dei panini farciti che qui costano 5 euro l’uno che vengono fatti al momento e abbiamo preso tutti anche delle pizzette calde a 2,50 euro. Era tutto buonissimo e con i tavolini fuori si stava davvero in pace.

📍Tappa 4: Ugovizza, Malborghetto, Bagni Lusnizza, Pontebba
Per un piccolo tratto si abbandona la pista ciclabile andando ad intersecarsi con la strada normale dove abbiamo ci siamo fermati precedentemente per la pasticceria, da qui si riprende la ciclabile in prossimità della Stazione Cabinovia del Monte Lussari, quindi si passa per il parcheggio di Via Valcanale.
Ci immergiamo nella ciclovia
Ora inizia la parte bella perché sorpassando, grazie ad un sottopasso l’autostrada e proseguendo in direzione Ugovizza, dove si raggiunge la pista ciclabile dedicata che porta ad attraversare Malborghetto e i Bagni di Lusnizza, località conosciuta per le sue acque solforose.

Sembra di essere dentro ad un film perchè i panorami sono stupendi e in giro non c’è una cartina fuori posto. Tutto è molto tranquillo, curato pulito e ordinato, si incontrano tante biciclette e famiglie che provano questo itinerario con grande entusiasmo.
Arriviamo a Pontebba
Prima di arrivare in questo splendido borgo si raggiunge il Ponte, dove c’è il Cippo che segna il vecchio confine fra Italia ed Austria. Una curiosità che ho trovato documentandomi è che il confine tra le terre italiche ed austriache era segnato proprio dal torrente Pontebbana. Quindi chi transitava sul ponte tra Pontebba e Pontafel si imbatteva in 2 cippi confinari su cui poteva leggere le distanze rispettivamente da Klagenfurt e da Udine.

Chi attraversa oggi quello storico ponte, sulla sinistra orografica del torrente, ritrova i due muti testimoni di pietra, ben conservati, a raccontare di come questo paese fosse un luogo di confine per molti secoli: dapprima tra la Repubblica di Venezia e il Vescovado di Bamberga e, in seguito, fino al termine del primo conflitto mondiale, tra il Regno d’Italia e l’Impero Austro-Ungarico.

Da qui ricarichiamo le bottigliette e siamo pronti per avventurarci tra le gallerie e i ponti sospesi.
Passato il ponte del vecchio confine infatti, la valle piega a sud, trasformandosi nel Canal del Ferro. Le montagne si stringono in una morsa e il paesaggio si fa minerario, quasi ostile. Aumentano le pendenze e tra vecchi tunnel ferroviari e impavidi ponti sospesi nel vuoto,

Si riparte. In questo lungo “luna park” c’è spazio per discutere, chiacchierare, pensare alla bellezza della natura, e organizzare il prossimo giro. Senza accorgercene tocchiamo i 30 km/h ma non stiamo pedalando. Tra Pontebba e Chiusaforte le pendenze arrivano anche al 17‰ e in meno di 16 km si copre quasi 180mt di dislivello

Sembra poco, ma fa un certo che immaginare che questo che stiamo percorrendo era uno spazio progettato per le locomotive. Tutto subito acquista un significato diverso. La ferrovia Pontebbana irruppe in queste valli nel 1879, trasformando l’Alto Friuli in un immenso Far West. Fino allora era stata la natura a disegnare il paesaggio, ma da quel momento fu l’uomo.

I carrettieri e i cramârs, gli ambulanti, che avevano capito il significato di cooperazione transfrontaliera ben prima dell’Europa Unita, o gli çatârs, gli anarchici zatterieri, o zattieri, che dominavano le acque del Fella e della Carnia portando legname a valle per la gloria di San Marco.
📍Tappa 5: Il borgo delle cascate
Il nostro biketour continua in direzione del borgo di Chiusaforte, la storia anche qui incontra di nuovo l’ambiente poco prima di Chiusaforte, dove la valle assume la forma di una gola dirupata e strapiombante. Le falde dei monti salgono fin quasi a toccarsi e si raggiunge in pochi minuti questa località. E’ veramente piacevole sia per gli occhi che per le pedalate, infatti si attraversano gallerie e ponti con scorci mozzafiato, e ad un certo punto si arriva davanti a questo spettacolo dove una tappa è d’obbligo.

Dalla foto questa cascata non rende, ma abbiamo deciso che sarebbe stato magnifico trovare il modo di scendere per vederla da vicino.
Ci siamo guardati intorno per capire come si facesse e oltre ad individuare due panchine per il picnicabba abbiamo capito che proprio poco prima del ponte c’era un sentiero che scende.
E che fai non lo provi?

A pochi metri dall’imbocco del sentiero c’è questo cartello che indica che scendendo si possono raggiungere la cascata. E’ praticamente impossibile non vederla da qui anche se leggermente nascosta dai rami


Consiglio di avere le scarpe da ginnastica o ancora meglio gli scarponcini ma la difficoltà è più nella discesa che nella salita quindi state tranquilli.

La via più facile per avvicinarvi alla cascata è quella più vicina al sentiero che scende dolcemente, ma all’interno trovete delle mini piscinette dove in estate si può fare anche il bagno!
Vi presento la cascata di Cadramazzo

📍Tappa 6: La stazione di Chiusaforte
Dopo aver pranzato con un panino riprendiamo le nostre bici e in pochissimi minuti arriviamo alla stazione di Chiusaforte

Arrivati qui noterete subito che grazie ad un bellissimo progetto di recupero è stata trasformata dai ragazzi di una cooperativa in un ostello per viaggiatori, bar, ristorante e addirittura libreria/biblioteca.

Il tutto è realizzato a misura di ciclista e potrete dormire in quelli che furono le abitazioni riservate al capostazione ed alla sua famiglia è un’esperienza interessante, resa particolarmente piacevole dalla ristrutturazione semplice ma davvero ben fatta, che è riuscita a mantenere l’atmosfera del tempo rendendo la permanenza degli ospiti di oggi, comoda ed accogliente.
Chi volesse proseguire fino a Moggio prima di fare una pausa-notte, può invece optare per il Residence Bed & Bike, una coloratissima sistemazione, semplice e moderna ma soprattutto costruita in stile eco friendly secondo i criteri dell’architettura sostenibile.
Le sue 13 Cascate
A pochi minuti dalla stazione continuando il nostro percorso in bici verso Resiutta, per la strada ci siamo trovati davanti ad un altro spettacolo! Un’altra cascata che anche se più piccola è una vera chicca da non perdere
Nella mia testa ho pensato “ma che figata” è pieno di cascate qui. Ora che sto scrivendo la guida mi accorgo che questo è stato proprio ridefinito “il borgo delle 13 cascate”

Siamo nel cuore della Valle del Fella e ci troviamo a pochi passi dall’omonimo fiume, il paesino si trova a pochissimi chilometri dal confine con la Slovenia, in una cornice suggestiva di montagne e paesaggi d’acqua che suscitano grande suggestione. Nei suoi dintorni, tutte a breve distanza l’una dall’altra, nientemeno che 13 splendide cascate assolutamente da scoprire.

Ovviamente non avevamo calcolato che ci fosse così tanto da vedere e quindi siamo andati avanti con il tour ma sicuramente tornerò a parlartene e magari ci torneremo insieme o no?!
📍Tappa 7: Raggiungiamo Resiutta pedalando tra storia e natura
Superiamo la riva del Fella entrando e ammirando questo imponente ponte in ferro ora percorribile e lungo centocinquanta metri poggiato su un solo grosso pilastro in pietra collocato al centro del greto del fiume. E’ uno spettacolo veramente indescrivibile!!
Chiusaforte costituiva l’ultimo avamposto prima delle terre imperiali della Repubblica di Venezia . Qui sorgeva la “Chiusa”, una fortezza che per secoli ha controllato i passaggi di uomini e mezzi tra la Penisola e l’Europa centrale. Ora, di questa struttura difensiva così importante, non resta che la sua immagine su un pannello e un muretto e questo ponte

La stazione di Resiutta
Arrivati qui ci sentiamo davvero fortunati e sempre più vicini all’arrivo!

Dopo 10 anni di lavori, l’8 luglio scorso è stata ufficialmente inaugurata la ristrutturazione dell’ex stazione ferroviaria di Resiutta, un tempo fermata integrante della ferrovia Pontebbana, ora è stata trasformata in area parcheggio antistante sia per la littorina trasmormata a sala ristorante che spazio di sosta per auto, corriere, camper e biciclette.

E’ uno spettacolo vero, non solo per i suoi colori bellissimi, ma anche perchè la parola d’ordine del progetto, infatti, è stata l’inclusività. Per questo la littorina è stata posta a livello rispetto la
banchina, così da renderla accessibile anche a chi ha problemi di deambulazione.
L’interno è stato anche dotato di apparecchiature speciali per ciechi e ipovedenti.
Il bar-ristorante ci hanno detto i gestori che sarà aperto tutto l’anno, anche nei giorni infrasettimanali. Come tutte le sfide ambiziose, le attese sono tante ma la volontà di creare un punto di riferimento per un cicloturismo culturale non manca.

📍Tappa 8: Arriviamo a Gemona
Per completare questo giro ad anello, superata Resiutta mancavano ancora una ventina di km, ma già sentivamo che il più difficile era passato.
Essendo le 5 di pomeriggio l’aria iniziava a rinfrescarsi e venendo da un mini aperitivo iniziavamo a sentire le gambe più pesanti con la bici muscolare e dopo pochi kilometri ci rendiamo conto che…

Penserete che abbia bucato? nono affatto. Che abbia sbagliato strada? Più o meno, scopriamo poco dopo che la ciclabile qui non è ancora stata completata e che per proseguire serve tornare un pò indietro prendere il sottopasso e immettersi nella statale. Molto probabilmente ci eravamo dimenticati di quanto ci avevano detto alla partenza e quindi siamo andati troppo avanti.

Niente Paura
Dopo alcuni zig zag per superare questo tratto che sarà completato entro la prossima estate siamo riusciti a riprendere la SS13 che continuando si ricollega alla ciclovia di Venzone che corre parallela a via Pontebbana.

Qui infatti abbiamo trovato degli altri ragazzi che stavano raggiungendo Gemona e hanno fatto la strada con noi!

Nell’ultimo tratto passa per un piccolo bosco e arriva proprio a Gemona, ma pensandoci bene qui sarebbe stata comoda la bici elettrica perchè eravamo un pò provati dalla giornata e dal caldo non essendo molto abituati.
CONSIDERAZIONI
La rifarei? Decisamente si i panorami meritano, le cascate ancora di più e ta e penso che con il tempo vedendo il trend degli ultimi anni verrà sempre più ammodernata e vitalizzata da attività che lavorano con il cicloturismo.
Sarei curioso di ritornarci per godermela ancora di più con due giorni a disposizione e magari partire dall’Austria e finire proprio a Grado!
Il nostro gruppo non si conosceva se non di vista e grazie a questi momenti insieme ci siamo avvicinati molto e siamo riusciti a vivere grandi emozioni insieme. E’ stata una grande vittoria per tutti nonostante i 70km percorsi senza un “vero” allenamento. Per chiudere in bellezza dopo aver consegnato le bici si va di aperitivo al Bar alla Piazzetta 2km in auto dalla stazione di Gemona.

CONSIGLI:
Potendo scegliere quanta strada fare se avessi avuto la mia bici e fossi stato completamente fuori allenamento mi sarei fermato poco dopo a Venzone e magari all’andata avrei preso il treno da lì perchè l’ultimo tratto non è così significativo quanto quelli centrali.

Portatevi i pantaloncini da bici con il rinforzo perchè stando molte ore in sella sicuramente sentirete un pò di dolore al posteriore. Se potete scegliete una sella morbida così il fastidio sarà meno accentuato.
Prendete le bici elettriche se la bici la usate una volta all’anno e fate questo tragitto buttando anche l’occhio su google maps qualora nell’ultimo tratto ci fossero ancora lavori.
Godetevi ogni momento perchè si ciclovie così ricche di storia e paesaggi ce ne sono poche!